Stagione

Teatrale

La Filanda

 

Venerdì
3 febbraio 2023

Auditorium La Filanda

Ore 21.00

Produzione Luna e GNAC Teatro

Gino Bartali - Eroe silenzioso

tratto da La corsa giusta - Antonio Ferrara

Regia di: Carmen PELLEGRINI

Con: Federica MOLTENI

INGRESSO LIBERO SINO AD ESAURIMENTO DEI POSTI
In collaborazione con ASSESSORATO alla CULTURA del Comune di CORNAREDO

T

Era Giusto. Era Bartali.

E lei lo porta in scena.
È il teatro degli eroi del ciclismo.
Spesso eroi non per caso.
Spesso eroi nella vita, di cui il ciclismo è perfetta metafora. Una storia rimasta nascosta per 70 anni. Una storia che vale anche oggi.
Che vale per tutti, uomini e donne, appassionati di sport oppure no.

Gino Bartali, a soli ventiquattro anni, incarna il ciclismo eroico degli anni ’30.

Protagonista assoluto, ha un grande sogno: vincere Giro d’Italia e Tour de France nello stesso anno.
Ma la Storia, incarnata nel Fascismo, entra prepotentemente a cambiare per sempre la sua carriera.

La sua vita sportiva viene piegata ai voleri e alle mire del Duce, che vede in Gino Bartali l’ambasciatore azzurro del fascismo nel mondo... Ma Bartali non ci sta, ed è qui che inizia la pagina meno nota della vita di Ginettaccio, che aderisce come staffetta alla rete clandestina organizzata dall’arcivescovo di Firenze Elia Dalla Costa.
Una corsa giusta, nella speranza che il mondo cambi e ritrovi il suo senso.

La storia di Gino Bartali è una storia sconvolgente. Perché è una storia personale, che lui, campione sportivo e personaggio pubblico, non ha mai voluto raccontare. Neppure alla sua famiglia. Uomo cattolico e praticante, terziario carmelitano e devoto alla Madonna, ma anche burbero toscanaccio. Così lo ricordano in tanti. Solo al termine della sua vita ha affidato, come un testamento morale, la sua storia nascosta.

L’ha raccontata al figlio Andrea, perché ne custodisse la memoria e la rendesse visibile. Così, dopo 70 anni, ora il mondo sa che Gino Bartali, ha nascosto una famiglia intera di ebrei perseguitati nella sua cantina, e ha fatto parte di una rete clandestina che ha salvato più di 800 persone. Con la sua scelta silenziosa ha testimoniato come si compiono le opere di misericordia: condividendo, compatendo, rischiando di persona e senza timore.

Una storia che Bartali ha sempre tenuto nascosta, perché “il bene lo si deve fare ma non lo si deve dire, che se lo dici si sciupa”.

Lui sosteneva che “le medaglie sportive s’attaccano alla maglia. E splenderanno in qualche museo. Quelle guadagnate per fare il bene s’attaccano all’anima. E splenderanno altrove.”