CINEMATOGRAFO LA FILANDA

Venerdì 14 giugno - ore 21.00
Sabato 15 giugno - Ore 21.00
Domenica 16 giugno - Ore 16.00 - 21.00

l'arte della gioia

Regia di Valeria Golino.
Con Tecla Insolia, Jasmine Trinca,
Valeria Bruni Tedeschi.

Con la proiezione di questo film ha termine la stagione cinematografica.

Ci rivedremo a Settembre

 


Cinematografo La Filanda

 

Venerdì
14 giugno

Ore 21.00


Sabato
15 giugno

Ore 21.00

 

Domenica
16 giugno

Ore 16.00 - 21.00


 


Trailer

 

L'Arte della Gioia

seconda parte


Regia di Valeria Golino, Nicolangelo Gelormini.
Con Tecla Insolia, Jasmine Trinca, Valeria Bruni Tedeschi, Guido Caprino, Alma Noce.

 

Modesta cresce nella campagna siciliana insieme alla madre, che detesta la sua indole ribelle e le preferisce la sorella disabile. Quando suo padre, da tempo assente, ricompare è per abusare di lei e del suo immenso bisogno di affetto. E Modesta si vendica, mandando in cenere il mondo in cui è cresciuta.

Nel convento per figlie dell'aristocrazia siciliana dove viene accolta diventa la favorita della madre superiora Eleonora, di cui si innamora anche in virtù di quella fame atavica di attenzioni. Ma l'idillio non durerà a lungo e Modesta, ormai una giovane donna, si ritrova nella casa di una principessa del Nord Italia capricciosa ed esigente, e si innamora di nuovo: di una sua coetanea, di un autista, di un "gabellotto". Ognuno di questi incontri è un passo avanti nel suo percorso di autoconsapevolezza e determinazione a rubare la parte di gioia che le spetta, senza provare quel senso di colpa e di vergogna che le hanno imposto fin dalla nascita, in quanto femmina della specie.

Trasformare un romanzo fluviale e debordante come "L'arte della gioia" di Goliarda Sapienza in una miniserie è stato un azzardo e un atto di amore da parte di Valeria Golino e del suo team di sceneggiatori: oltre a lei, Luca Infascelli, Francesca Marciano, Valia Santella e Stefano Sardo.

E buttare il cuore oltre l'ostacolo ha dato i suoi frutti, perché il romanzo di Sapienza secondo Golino è un arazzo complesso e avvincente, un viaggio "dall'orrore alla gioia", dall'estasi mistica al piacere terreno. Al centro c'è un'eroina sui generis, un'opportunista capace di macchiarsi dei peggiori delitti, una sorta di Tom Ripley pronta a rimuovere dal suo percorso tutto ciò che diventa un ostacolo al compimento di se stessa, senza apologie e senza remore, rivendicando anche l'odio come motore proattivo.

La confezione della serie, forte di una squadra che vede Viola Prestieri alla produzione, Fabio Cianchetti alla fotografia e Giogiò Franchini al montaggio, è impeccabile e infinitamente accattivante, ha un afflato pittorico e un'attenzione al dettaglio d'epoca (le scenografie sono di Luca Merlini, i magnifici costumi di Rita Barbieri).

Ed è la mano sicura della regista a guidare il dream team, compreso l'autore delle musiche fortemente evocative (sebbene a volte invadenti) Tóti Guðnason. Golino si muove su un terreno di messinscena classico, a tratti convenzionale, ma lo arricchisce di Easter egg e ne approfondisce le ombre, che vanno a rimpiazzare il caos disordinato e incontenibile della scrittura di Goliarda Sapienza, del quale si sente un po' la mancanza, in questo insieme controllato e corretto. Ma Golino estrae dal magma narrativo di Sapienza una figurina determinata e inscalfibile, un agente del caos (per gli altri) cui dà corpo e soprattutto sguardo (reso metallico dai costanti riflessi di luce all'interno delle iridi brune) l'ottima Tecla Insolia, onnipresente senza stancare lo spettatore.