Stagione Teatrale

La Filanda

 

Venerdì

28 Ottobre 2016

Auditorium La Filanda

Ore 21.00

FILARMONICA CLOWN

Zin Zetta Forbesetta

Una ballata per Milano.

Regia: Marta Maria MARANGONI
Con: Valerio BONGIORNO, Piero LENARDON, Marino ZERBIN
Musiche di scena: Fabio WOLF

 

Zin Zeta Forbesetta. Una ballata per Milano, il divertente spettacolo di una delle compagnie milanesi storiche e più amate, la Filarmonica Clown, che, insieme a Marino Zerbin, ci trasporterà con leggerezza e ironia nelle corti di ringhiera milanesi, raccontandoci storie del Nost Milan e cantando le canzoni popolari milanesi,accompagnati dalla fisarmonica del maestro Fabio Wolf, che vede in scena, insieme a Marino Zerbin, Piero Leonardon e Valerio Bongiorno, per la regia di Marta Maria Marangoni.

Zin Zeta forbesetta è l’inizio di una vecchia filastrocca in milanese, che da bambini si mormorava durante i giochi vivissimi in qualche cortilone di ringhiera, nella nostra Milano. Leonardon, Zerbin e Bongiorno, che questa filastrocca l'hanno nel cuore, hanno preparato un gran borsone di canzoni popolari, letture dotte, filastrocche, modi di dire, scenette comiche, proverbi, canzoni d’autore, spropositi da osteria e serissima filosofia meneghina e ci guidano attraverso le immortali parole dei poeti che questo mondo hanno così ben cantato: Gadda, Jannacci, Valdi, Barrella, D'Anzi...

Trama: Due vecchi amici si ritrovano a un funerale che non c'è. Un prete passa frettolosamente. Si sentono in lontananza i richiami degli antichi mestieri, tra i quali fa incursione un'inopinata lezione di lingua milanese ... immediatamente il pubblicosi ritrova nell'universo delle corti di ringhieradel Nost Milan, come per un'evocazione fantastica, che non ha il sapore solodella nostalgia, ma anche il gusto dell'interpretazione del presente.

Pezzi di storia e storie individuali,condite con leggerezza e ironia, per sapere da dove veniamo e chiederci dovestiamo andando. “La vicenda – spiega Dario Paladini- si svolge nel cortile di un condominio, dove si incrociano vari personaggi. Quelli in scena: un prete, un professore di lingua milanese, un comunista balbuziente e un suonatore di strada e quelli che i protagonisti evocano, coi loro tic, i loro vizi, i loro soprannomi.

Una carrellata di varia umanità, in una Milano con la nebbia, con la campagna intorno, col Milan che non segna.

La Milano dei tram, delle fabbriche e delle lambrette. Milano che prima di una città, è una maniera di vivere, di pensare e di sognare. Una maniera che però non c’è più. Ma non bisogna avere paura del futuro. Perché in fondo resta la città. Con la sua voglia di…freedom, pardon, di libertà”. Un raffinato edivertente mosaico composto da tanti piccoli pezzi di storia e di storie