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ASSOCIAZIONE MUSICALE ARTEVIVA

Palazzo Causa Pia Villa - Piazza della Chiesa Vecchia, 4/6 - Cornaredo

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Sabato 1 novembre 2008 - ore 21.00

Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo - P.zza Libertà - Cornaredo

 


 

Gesù nell'orto dei Getsèmani                                                    Chiesa Parrocchiale S.S. Giacomo e Filippo                              David Beghè (1854-1933)

Wolfgang Amadeus Mozart

Messa da Requiem

in Re Minore K 626

 

 

In memoria di Don Albino Panzeri

(1937-2008)

 

 

Coro Polifonico Theophilus

Orchestra da Camera Arteviva

 

Soprano: Ivanna SPERANZA

Contralto: Simona FORNI

Tenore: Mauro BONFANTI

Basso: Daniele BICCIRE'

 

Direttore: Matteo BAXIU

 

 


 

La composizione del Requiem

 

L'opera è legata alla controversa vicenda della sua morte, avvenuta il giorno successivo al completamento del Dies Irae. Stendhal, in Vite di Haydn, Mozart e Metastasio (1815), parla di un anonimo committente che incarica Mozart, malato e caduto in miseria, di comporre in quattro settimane una messa da requiem, dietro compenso di cinquanta ducati.

 

Secondo l'ipotesi avanzata da Stendhal, Mozart tentò di scoprire chi fosse il misterioso committente, ma quando le forze cominciarono a mancargli per il duro lavoro, non riuscendo ad identificare l'uomo, si convinse che la messa che stava componendo sarebbe stato il requiem del suo funerale.

 

Inoltre, allo scadere delle quattro settimane l'uomo si presentò per ritirare la composizione, che però Mozart non aveva ancora completato. Così, nonostante i sospetti del musicista, gli offrì altri cinquanta ducati e altre quattro settimane di tempo: inutili, poiché Mozart morirà di febbre e insufficienza renale lasciando l'opera incompiuta.

 

Oggi è certo che il committente fosse il conte Franz Walsegg-Stuppach, un nobile con velleità musicali che andava commissionando opere a compositori di professione, tramite degli intermediari, facendole poi passare per proprie. Nella fattispecie, il Requiem sarebbe divenuto un omaggio alla defunta moglie.

 

Secondo una seconda versione, sarebbe stato l'antagonista in musica Antonio Salieri - invidioso per il prestigio acquisito da Mozart, a suo discapito, presso la corte austriaca - a forzare il deperimento del già malato collega. È ciò che affermano Aleksander Puškin nel suo racconto Mozart e Salieri (1830), il drammaturgo Peter Shaffer in Amadeus (1978) e il regista Milos Forman (su sceneggiatura di Shaffer) in Amadeus (1984). È da sottolineare come questa versione sia del tutto romanzata e non vi sia alcun elemento che possa correlare la morte di Mozart con le azioni di Salieri.

 

La vedova di Mozart, Constanze, delegò il completamento del Requiem (furono rinvenute decine di spartiti alla rinfusa sulla scrivania del compositore) a tre allievi del marito, per meglio avvicinarsi agli intenti originari: Joseph Eybler, Franz Freistädler e, infine (nel 1800), Franz Xaver Süssmayr, che diede l'apporto più rilevante all'opera finale.

 

 

 

Breve analisi musicale

 

Composto per orchestra, coro e quattro solisti nella tonalità di Re minore, il Requiem mozartiano apre uno spiraglio al nascente spirito romantico d'origine tedesca pur ammiccando all'armonia classica di cui l'autore è il più sublime fautore.

 

In questa partitura si fondono momenti di straordinario senso teatrale melodrammatico ad altri brani rigorosamente classicheggianti. Fra i momenti di maggiore ispirazione drammatica spicca sicuramente il Lacrimosa. Il compositore riesce, attraverso l'utilizzo di brevi frasi di crome ascendenti e discendenti assegnate ai violini contornate da una scrittura corale di ampio respiro, a creare un effetto di pianto a stento trattenuto, di preghiera umile e devota con un Amen conclusivo in forte che esprime tutto il fervore religioso dell'autore. Il Lacrimosa è per questi motivi da sempre considerato un banco di prova importante per direttori d'orchestra.

 

Per contrasto la rigorosissima fuga del Kyrie pone non pochi problemi di precisione ritmica e intonazione al coro, senza per altro cedere di un passo dalla drammaticità che impregna l'intera partitura mozartiana.

 

Infine un pezzo ricorrente fra i repertori sacri di molti cantanti lirici solisti è lo splendido Tuba Mirum nel quale la teatralità del compositore si fonde in modo egregio con la sacralità del testo, descritto attraverso un sapientissimo utilizzo, prima separato poi unito, delle quattro voci soliste.

 

 

 

Requiem

 

Requiem aeternam

« Requiem aeternam dona eis, Domine,
et lux perpetua luceat eis.
Te decet hymnus, Deus, in Sion,
et tibi reddetur votum in Jerusalem.
Exaudi orationem meam;
ad te omnis caro veniet.
Requiem aeternam dona eis, Domine,
et lux perpetua luceat eis. »
« L'eterno riposo dona loro, Signore,
e splenda ad essi la luce perpetua.
Si innalzi un inno a te, o Dio, in Sion,
a te si sciolga il voto in Gerusalemme.
Esaudisci la mia preghiera,
a te venga ogni mortale.
L'eterno riposo dona loro, Signore,
e splenda ad essi la luce perpetua. »

 

Kyrie eleison

Kyrie eleison.

Christe, eleison.

Kyrie eleison.

Signore pietà.

Cristo pietà.

Signore pietà.

 

Dies irae

« Dies irae, dies illa

solvet saeclum in favilla,

teste David cum Sybilla!

Quantus tremor est futurus,

quando judex est venturus,

cuncta stricte discussurus. »

« Giorno d'ira, quel giorno

il mondo si dissolverà in faville,

come hanno reannunciato Davide e Sibilla!

Che terrore vi sarà

quando arriverà il giudice,

che esaminerà tutto severamente. »

 

Tuba mirum

« Tuba mirum spargens sonum

per sepulchra regionum,

coget omnes ante thronum.

Mors stupebit et natura,

cum resurget creatura,

judicanti responsura.

Liber scriptus proferetur,

in quo totum continetur,

unde mundus judicetur.

Judex ergo cum sedebit,

quidquid latet apparebit,

nil inultum remanebit.

Quid sum miser tunc dicturus,

quem patronum rogaturus,

cum vix justus sit securus? »

« Una tromba che diffonde un suono meraviglioso

nei sepolcri di tutto il mondo,

chiamerà tutti davanti al trono.

La morte e la natura stupiranno,

quando la creatura risorgerà,

per rispondere al giudice.

Verrà aperto il libro,

nel quale tutto è contenuto,

in base al quale il mondo sarà giudicato.

Non appena il giudice sarà seduto,

apparirà ciò che è nascosto,

nulla resterà ingiudicato.

E io che sono misero che dirò,

chi chiamerò in mia difesa,

se a mala pena il giusto è tranquillo? »

 

Rex Tremendae

« Rex tremendae maiestatis,

qui salvandos salvas gratis,

salva me, fons pietatis. »

« Re di tremenda maestà,

tu che salvi per tua grazia,

salva me, o fonte di pietà. »

 

Recordare

« Recordare Jesu pie,

quod sum causa tuae viae,

ne me perdas illa die.

Quaerens me sedisti lassus,

redemisti crucem passus;

tantus labor non sit cassus.

Juste judex ultionis,

donum fac remissionis

ante diem rationis.

Ingemisco tamquam reus,

culpa rubet vultus meus:

supplicanti parce, Deus.

Qui Mariam absolvisti,

et latronem exaudisti,

mihi quoque spem dedisti.

Preces meae non sunt dignae,

sed tu, bonus, fac benigne,

ne perenni cremer igne.

Inter oves locum praesta,

et ab haedis me sequestra,

statuens in parte dextra. »

« Ricordati, o Gesù buono,

che sono il motivo della tua via,

non perdermi, in quel giorno.

Cercandomi ti sedesti stanco,

mi hai salvato morendo in croce;

fa' che tanta fatica non sia inutile.

O giudice che punisci giustamente,

donami la remissione dei peccati

prima del giorno del giudizio.

Piango perché sono colpevole,

il mio volto arrossisce per la colpa:

risparmia chi ti supplica, o Dio.

Tu che hai assolto Maria Maddalena,

e hai esaudito il ladrone,

hai dato speranza anche a me.

Le mie preghiere non sono degne,

ma tu, buono, fa benignamente,

che io non bruci nel fuoco eterno.

Dammi un posto tra gli agnelli,

allontanami dai capri,

ponendomi alla tua destra. »

 

Confutatis

« Confutatis maledictis,

flammis acribus addictis,

voca me cum benedictis.

Oro supplex et acclinis,

cor contritum quasi cinis,

gere curam mei finis. »

« Messi a tacere i maledetti,

gettati nelle vive fiamme,

chiama me tra i benedetti.

Prego supplice e prostrato,

il cuore contrito come cenere,

abbi cura della mia sorte. »

 

Lacrimosa

« Lacrimosa dies illa,

qua resurget ex favilla

judicandus homo reus.

Huic ergo parce, Deus.

Pie Jesu Domine,

dona eis requiem! Amen! »

« Giorno di lacrime,

quel giorno, quando risorgerà dal fuoco

l'uomo reo per essere giudicato.

Ma tu risparmialo, o Dio

. Signore Gesù buono,

dona loro riposo! Amen! »

 

Domine Jesu

« Domine, Iesu Christe, Rex gloriae,

libera animas omnium fidelium defunctorum

de poenis inferni et de profundo lacu.

Libera eas de ore leonis,

ne absorbeat eas tartarus,

ne cadant in obscurum;

sed signifer sanctus Michael

repraesentet eas in lucem sanctam,

quam olim Abrahae promisisti

et semini eius. »

« Signore Gesù Cristo! Re di gloria!

Libera le anime di tutti i fedeli defunti

dalle pene dell'inferno e dalla fossa profonda!

Liberale dalla bocca del leone,

affinché non vengano inghiottite dal Tartaro,

e non cadano nell'oscurità:

ma l'alfiere san Michele

le porti nella luce santa,

che un tempo hai promesso ad Abramo

e alla sua stirpe. »

 

Hostias

« Hostias et preces tibi, Domine,

laudis offerimus;

tu suscipe pro animabus illis,

quarum hodie memoriam facimus.

Fac eas, Domine, de morte transire ad vitam.

Quam olim Abrahae promisisti

et semini eius. »

« A Te o Signore offerte e preghiere

ti offriamo con lode.

Ricevile in favore di quelle anime,

delle quali oggi facciamo memoria:

falle, o Signore, passare dalla morte alla vita,

che un tempo hai promesso ad Abramo

e alla sua stirpe. »

 

Sanctus

Sanctus, Sanctus, Sanctus

Dominus Deus Sabaoth.

Pleni sunt coeli et terra gloria tua.

Hosanna in excelsis.

« Santo, Santo, Santo.

Il Signore Dio dell'universo.

I cieli e la terra sono pieni della Tua gloria.

Osanna nell'alto dei cieli »

 

Benedictus

Benedictus qui venit

in nomine Domini.

Hosanna in excelsis.

« Benedetto colui che viene

nel nome del Signore.

Osanna nell'alto dei cieli. »

 

Agnus Dei

Agnus Dei, qui tollis peccata mundi,

dona eis requiem.

Agnus Dei, qui tollis peccata mundi,

dona eis requiem sempiternam.

 

Lux aeterna luceat eis, Domine,

Cum Sanctis tuis in aeternum,

quia pius es.

Requiem aeternam dona eis, Domine,

et lux perpetua luceat eis.

« Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo

dono a loro il riposo.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo

dono a loro il riposo eterno.

 

Splenda ad essi la luce perpetua, Signore,

con i tuoi Santi in eterno,

poichè Tu sei pietoso.

L'eterno riposo dona loro , o Signore,

e splenda ad essi la luce perpetua.

 

 


 

La cena in Emmaus                                                                   Chiesa Parrocchiale S.S. Giacomo e Filippo                             David Beghè (1854-1933)

Gli affreschi della Chiesa Parrocchiale di Cornaredo Santissimi Giacomo e Filippo, recentemente restaurati, sono stati eseguiti dal pittore

 

David Beghè (1854 - 1933)

 

Nato a Calice al Cornoviglio (La Spezia) il 3 maggio 1854.

 

Dopo aver effettuato gli studi in tale comune, segue i corsi all'Accademia di Belle Arti di Carrara ed ottiene il diploma corrispondente nel 1870.

 

Abbandona successivamente la città di Carrara per trasferirsi a Milano presso uno zio sacerdote.

 

A Milano si iscrive ai corsi regolari di architettura presso il Politecnico della città, ma la sua grande passione per la pittura lo spinge a continuare i propri studi all'Accademia di Belle Arti di Brera.

 

Presso questa Accademia segue il ciclo completo di studi sotto la direzione di due tra i più famosi pittori dell'epoca, Francesco Hayez e Giuseppe Bertini. Il pittore Giovanni Valtorta gli insegnerà in seguito i segreti dell'affresco. Si diplomò nel 1875 in Storia dell'Arte.

 

Egli assunse nelle sue opere un'impronta personale pur rimanendo fedele alla scuola romantico-figurativa dell'epoca. Si dedicò prevalentemente all'arte sacra, non trascurando tuttavia il ritratto ed il paesaggio. Essendo profondamente credente, potè trasfondere nelle sue opere una non comune spiritualità.

 

Operò principalmente in provincia di Como, Genova, La Spezia, Milano e Varese. Si possono ancora ammirare i suoi affreschi nelle chiese dei seguenti comuni:

  1. COMO : Albavilla, Canzo, Colle Brianza, Ello, Lurate, Nava, Plesio, Sirone, Torno.
  2. GENOVA : Chivari (S.Giovanni).
  3. LA SPEZIA: città (N.S. della Neve); provincia (Bolano, Calice, Nasso).
  4. MASSA - CARRARA : Rocca Sigillina.
  5. MILANO : Affori, Cambiago, Canegrate, Carate Brianza, Cornaredo, Inzago, Milano (S. Giorgio - S. Francesco Saverio), Parabiago, Pessano, Rho (S. Vittore), Robecchetto, Seregno.
  6. VARESE : Gallarate, Gorla Maggiore, Gorla Minore, Venegono Inferiore.

Diverse sue tele fanno parte di collezioni private. I suoi condiscepoli più quotati furono Ludovico Pogliaghi, Giovanni Segantini e Cesare Tallone. Oltre alla sua opera artistica, concorrevano a farlo amare da chiunque lo avvicinasse le qualità umane che lo portavano ad interessarsi di ogni nobile iniziativa, soprattutto nel campo sociale.

 

Morì il 17 gennaio 1933. Le spoglie riposano nella cappella di famiglia del cimitero di Santa Maria (Comune di Calice).

   

info@lafilandacornaredo.org